All'interno di questo linguaggio espressivo è indagato il rapporto tra spazio e individuo. Il questo senso il paesaggio, inteso come porzione di uno spazio infinito, è un elemento definito dalle facoltà dell'osservatore. Chi guarda lo spazio, attraverso il suo campo visivo, ne stabilisce gli estremi. Dove inizia e dove finisce. Ciò che è compreso in questa porzione, del tutto arbitraria, equivale al nostro concetto di "realtà". E nonostante la tecnologia permetta di manipolarla, aggiungendo o sottraendo dei dati: l'occhio tenta sempre di risolvere l'enigma. Considerando che l'individuo contemporaneo è assuefatto dall'artificialità, l'esperienza di ciò che guarda ogni giorno: parchi, strade, monumenti; non lo sorprende più.

Il nostro Team altera questo meccanismo percettivo scomponendo la struttura facendo percorrere questo limite sottile. Il bilanciamento e la consistenza di elementi estranei, trapiantati dagli artisti con una maniacalità letteraria, raggiunge una dimensione di normalità alternativa. Che il nostro occhio prima, ed il nostro cervello poi, facendo così intraprendere un'affascinante Viaggio distensivo nell'habitat reale.